Poi il mio vecchio disse: “Nessun sano di mente si lascerebbe pilotare volentieri da un palestinese. Sarebbe meglio per te se rimanessi a quote più normali”. Voglio bene a quel vecchio e per niente al mondo potevo contraddirlo: addio borsa di studio a L’Avana o a Mosca, ora non ricordo con precisione. Sono passati tanti anni, ma non sono bastati né ingegneria né informatica per farmi dimenticare quel desiderio di sollevarmi da terra. E poi un giorno, non so dove né perché, leggo lo slogan scritto con caratteri eleganti che poteva soddisfare le tante domande rimaste senza risposta: “Scienze Politiche, la facoltà di capire il mondo”. Perché no? E così mi sono ritrovato di nuovo studente di Scienze Politiche, a fare le ore piccole sui libri e dire tante, molte, volte di no a impegni letterari e vari piaceri extrafamigliari. Molti scambiano il “no” con la rinuncia, in realtà non si può rinunciare ad una cosa che non si ha tra le mani. Comunque, senza fare le vittime e nemmeno i supereroi, l’anno 2007/2008 è stata la volta di: Sociologia, Economia politica, Storia contemporanea, Istituzione di diritto pubblico, Francese e Scienza Politica. Avrei voluto dare altri due esami, ma era troppo per un padre di famiglia, lavoratore e corto di memoria. A Scienze Politiche sto imparando e capendo molte cose e mi sento assai soddisfatto anche se non ho ancora trovato la risposta alla mia domanda: “Perché un palestinese non può volare?”. Mi rimangano ancora due anni per capire, in caso contrario non mi resterà che prendere il brevetto di volo. E pazienza se non troverò nessuno disposto a farsi portare da me sulle ali del vento, vorrà dire che volerò da solo, sperando di non trovare qualche testa calda pronto ad abbattermi. No, in questo caso non mi resterà che correre all’ultimo pensiero di Saint-Exupéry : “E’ stato fantastico”.