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Sopravvissuto per miracolo alla breve parentesi di Scienze Politiche provo a rimettermi in sesto. Non sarà facile: mi ero imposto un ritmo militare per poter finire in un tempo ragionevole gli studi. Al momento ho poche idee in testa e tutte confuse. L’unica certezza quotidiana è ammirare la meraviglia dell’ultima arrivata in casa Masri. Lentamente, se possibile.

... Qualche tempo dopo la lunga meditazione trascendentale e poco prima di Natale 2024 mi sono svegliato stanco.

Sono stanco di morire di fame e di sete a casa mia, Palestina.

Sono stanco di dovere scappare in cerca di rifugio sicuro ad ogni invasione militare, ma non so dove andare.

Sono stanco di essere chiuso in una gabbia come un animale feroce, perché feroce non lo sono come la gabbia vuol fare credere.

Sono stanco di vedere gli studenti manifestare ed essere presi a manganellate solo perché hanno sventolato la mia bandiera. Vorrei abbracciarli tutti.

Sono stanco di vedere i pacifisti invecchiare male e perdere gli anni più belli a forza di manifestare ogni sabato per la pace in Terrasanta. Amici, grazie, ma non so come ricambiare, e se un sabato non potete manifestare io vi capisco anzi grazie lo stesso.

Sono stanco di perdere tutte le guerre ed essere preso come esempio di resistenza umana, non sono resistente, sono un essere disperato in cerca di un po' di pace per vivere all’ombra del grande ulivo.

Sono stanco di contare i bambini morti a Gaza sotto i bombardamenti.

Sono stanco di vedere madri piangere abbracciate a dei minuscoli teli bianchi.

Sapete, in ogni lingua del mondo c’è una parola per indicare ogni tragedia, ogni lutto personale; vedovo, orfano, ma non esiste un'unica parola per definire un genitore che ha perso un figlio. Il dolore è talmente immenso, totale, che è impossibile trovare la parola giusta in riferimento all'esperienza di profonda sofferenza.

Sono stanco di chiedere al Padreterno che senso ha tutto questo?

Sono stanco di non poter raccontare una bella storia di casa mia ai miei figli nati liberi ma lontano.

Vendesi croce perché sono stanco di piangere il mio dolore dell’essere palestinese in pubblico.