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Il presepe dei dinosauri

Cosa sta succedendo alla vecchia Europa? Ha paura e non sorride più. Ieri la stella di David, oggi la croce e il minareto.
Sarà questione di età. Da giovani, invece, si cerca di divertirsi anche a casa degli altri. quando eravamo ragazzini aspettavamo con trepidazione la Pasqua dei samaritani nel villaggio di Kiryat Luza, sulla cima del monte Gerizim, sopra Nablus. Partivamo prima dell’alba e si passava la notte tra canti liturgici tradizionali, cibo e falò. È una festa ebraica, ma aperta a tutti. E noi, mussulmani, non siamo mai mancati all’appuntamento, nonostante il freddo e la fatica di scalare il monte.
Tutto cambia, paesaggio ed età, ma la voglia di festeggiare è più forte che mai. A casa nostra, qui in Italia, anche se la maggioranza è di fede non cristiana, il Natale non passa mai inosservato. Di solito facciamo l’albero di Natale anche se tutti gli anni litighiamo per decidere a chi tocca mettere la stella in cima. Ci piace far finta di dimenticare chi l’aveva posata l’anno precedente e tiriamo a sorte il nome del fortunato.
Un giorno la discussione è diventata un po’ troppo accesa perché nessuno dei miei figli voleva cedere. Offuscato dalla rabbia e dalla confusione, ho intimato ai ragazzi di far sparire dalla circolazione tutti i loro dinosauri. Oramai non ci giocavano più ed erano diventati veramente un po’ troppo ingombranti.
Allo scadere dell’ultimatum hanno pensato bene di allestire a tradimento un presepe fatto da dinosauri dai nomi impronunciabili, che occupava mezza sala. La notte di Natale ci hanno messo perfino un uovo con dentro il neonato T-rex. Volevo chiedergli notizie dell’asinello, ma ho preferito stare zitto. Non si sa mai: questi qua, pur di salvare i loro ricordi, sono pronti a tutto, anche a mettermi in croce.