Spesso mi sono interrogato “come è l’anima?”. Davvero sarà l’ultima parte che abbandonerà il mio povero corpo? Nell’intimo e nel silenzio cercavo qualche segno, una traccia. Niente. E poi, una notte tarda, all’improvviso, l’ho vista sul divano, addormentata in salotto. Con calma e senza fare chiasso l’ho presa in braccio, pesante. Dopo averla guardata a lungo, piano piano, l’ho portata in camera. Con una mano la tenevo stretta e con l’altra cercavo di alzare la coperta. Lei continuava a dormire, fingeva. Pure io fingevo di essere delicato e nel frattempo mormoravo qualcosa in arabo, una preghiera della buona notte. Sono andato via in punta dei piedi e ho spento la luce. In lontananza ho sentito la sua piccola voce “notte”… “notte” ho risposto con un solletico al cuore. Chi ha detto che l’anima dobbiamo averla per forza dentro di noi e non in un’altra persona?