Che giornata! Leggera, sembrava sospesa.
Ogni volta è come la prima volta: il dubbio, la paura, la gioia e di nuovo la stessa domanda: cosa fa una bellissima ragazza italiana, mezza veneta e mezza eporediese, con un bellissimo ragazzo straniero, mezzo divorziato e mezzo adulto, davanti all’ufficiale civile nella Sala Dorata? Gli invitati non parlano, sorridono e basta. C’era mezzo mondo, tutte le razze e le religioni: americani, sud-africani, italiani, palestinesi e perfino ebrei, sì, perché noi non guardiamo la faccia ma il cuore e preferiamo alla lunga una festa che una disgrazia. L’emozione era forte come l’innocenza di un bambino. Lei è davvero bella, anzi, splendida, non sa cucinare, ma chissenefrega. Lui, cioè io, non è più giovane, ma nella foto non si nota. I tempi sono cambiati e i ragazzi erano contenti di vedere il loro padre finalmente sistemato. Dopo il bacio prolungato e moralmente vergine sull’altare e la tradizionale foto di gruppo, tutti di corsa da Nino per il taglio dalla torta. Cin Cin.